Diverse migliaia di persone si sono radunate oggi nel centro di Grozny per manifestare la propria solidarietà al leader ceceno Ramzan Kadyrov,
che nei giorni scorsi in Russia si è trovato al centro delle polemiche per aver apostrofato come “nemici del popolo al soldo dell’Occidente” i politici russi di opposizione al governo. In risposta a queste dichiarazioni un politico siberiano del piccolo partito Piattaforma Civica, Konstantin Senčenko, deputato del Consiglio municipale di Krasnoyarsk, in Siberia, aveva duramente attaccato Kadyrov, definendo infine il leader ceceno “la vergogna della Russia”. Salvo poi scusarsi pubblicamente con lo stesso Kadyrov su Instagram.
Per questo motivo nella mattinata di venerdì, 800.000 persone, secondo i dati del ministero dell’interno della Repubblica, provenienti da tutta la Cecenia, si sono radunate nel piazzale antistante la grande moschea intitolata ad Akhmad Kadyrov, il padre dell’attuale leader. Le misure di sicurezza sono elevatissime: ci sono check-point e metal detector ad ogni lato della piazza e centinaia di uomini delle forze di sicurezza con fucili d’assalto e mitragliette leggere sorvegliano i manifestanti. Che sono davvero molti, complice la chiusura ad hoc di università ed uffici pubblici. Moltissime donne e uomini di tutte le età hanno sventolato bandiere della Cecenia e della Federazione Russa, mostrando ritratti del presidente russo Vladimir Putin e del leader ceceno. “Sono per Kadyrov”, “Kadyrov eroe della Russia”, sono solo alcune delle frasi che si possono leggere sulle centinaia di cartelli esposti dai manifestanti, in risposta alle accuse del politico siberiano.
Sul palco della manifestazione, a testimoniare la propria vicinanza a Kadyrov c’erano deputati della Duma di Stato, una delegazione politica dall’Inguscezia, un rappresentante del Consiglio dei Muftì di Russia, un rappresentante della Chiesa Ortodossa, personalità pubbliche e del mondo dello sport. Tutti uniti per sostenere il leader ceceno che, a ben vedere, nonostante le critiche che gli vengono rivolte da parte della stampa occidentale, qui a Grozny sembra essere, al contrario, davvero molto popolare.
Tutti ripetono, infatti, che qui, dopo le due guerre degli anni ’90 e 2000, non era rimasto nulla e che grazie a lui, invece, ora la guerra e il separatismo, per la Cecenia, sono solo un ricordo. Ci sono posti di lavoro per tutti e la città di Grozny è stata completamente ricostruita e rinnovata. Sì, anche grazie ai soldi dei contribuenti russi, come ha accusato il politico siberiano. Ma Mosca, con quei soldi, non finanzia solamente strade, moschee, palazzi e locali, ma si conquista soprattutto un buon livello di stabilità e sicurezza nella polveriera caucasica.
Dalla piazza di oggi questo si può facilmente comprendere. Se qui nel decennio scorso si combatteva strada per strada, palazzo per palazzo, per conquistarsi l’indipendenza da Mosca e se il fondamentalismo islamico era di casa, oggi la situazione è completamente diversa. Decine di migliaia di persone scendono in piazza a Grozny con le bandiere russe, i ritratti di Putin, e i cartelli con scritto “la nostra forza è per l’unità”, “per voi serve un grande crollo, a noi serve una grande Russia”. E, per i manifestanti di Grozny, Kadyrov è “l’orgoglio della Russia”. L’uomo che assicura stipendi e sicurezza. E soprattutto è l’uomo di Putin che, a capo di una repubblica con più del 90% della popolazione di fede musulmana, tiene a bada la minaccia del terrorismo islamico in Russia.